dichiarazione di apertura

All'inizio, Milano per me era una città di quinte. I suoi viali ampi segnavano rotte precise, tra palazzi grandi dietro cui non sapevo mai cosa ci fosse. Poi ho scoperto che Milano e' una città di cortili interni, di improvvise viuzze di paese, di acqua sotterranea, che occasionalmente esonda sorprendendo l'amministrazione comunale.
Tra queste due Milano non ho ancora trovato un passaggio. Rimangono due città distinte, come la Milano degli aperitivi, dei brunch, dei creativi alternativi ma rampanti, dei locali minuscoli e acidi, spaziosi e minimalisti indecisi tra New York e Giappone, rinomati, dove bisogna farsi vedere... e la Milano delle latterie, delle osterie, dell'arci, del parco agricolo sud, delle cascine, delle bocciofile, della solidarietà da case di ringhiera, di un senso civico raro, brusco ma prezioso.
E non ci sono solo queste due Milano, perché, come dice Aldo Nove nel suo libro: "Milano non e' Milano". Basta uscire un venerdì mattina e passando per Corso Buenos Aires, trovare un recinto con le pecore, per capirlo.
Voglio provare a raccontare la Milano che vedo. Io che ci sto da 6 anni, che vengo da Roma, che non pensavo di restarci tanto e che ancora cerco di orientarmi tra le sue strade troppo dritte. Che sono persa a Milano ogni giorno e sono parte di questa città.

domenica 23 ottobre 2011

Archivio - Al supermercato

on Friday, October 30, 2009 at 16:12am

è un pomeriggio indaffarato. entro alla gs in cerca di alcune cose che in casa ancora mancano.
mi piacciono i supermercati, specialmente quando sono semivuoti come a quest'ora.
c'è una coppia anziana vicino lo stand delle scope. avranno una settantina d'anni. guardano i bastoni.
lui si volta verso di lei "te lo devo ficcare su per il culo?"
lo dice ad alta voce. con intonazione piatta.
mi volto sorpresa e li guardo meglio. perché non ci posso credere. il vecchio è ben vestito, ha l'aspetto curato di uno che ha avuto una vita agiata. lei è esile, bianca, un po' curva, non sembra essersela presa. ha un'aria mansueta, pigola qualcosa in modo irritante.
guardo il vecchio con gli occhi più aggrottati che posso sperando che mi veda. non mi nota proprio. continua a sgridare la moglie con meno volgarità ma con la stessa ferocia. prendo quello che mi serve e me ne vado.
li ritrovo dietro di me alla cassa. lei sollecita gli fa notare i calzini da uomo in offerta, lui le dice di stare zitta che sono cari e comunque lui i calzini al supermercato non li compra.
questa donna vecchia con gli occhi cerulei ha un'aria quieta e stupida. mi chiedo se lui l'abbia stupidita a forza di ringhiarle contro, o se lei con la sua vaghezza l'abbia così sfinito da farlo diventare un mastino rabbioso.
avrei voglia di prendere lei da parte e chiederle perché accetta questa cattiveria, ma è una ragazza grande, se le è stato bene questo vecchio stronzo sgarbato fino ad oggi le andrà bene ancora. pago.
fuori dal supermercato ritrovo la città e il traffico con un respiro di sollievo.

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